I blog personali: il grado zero della scrittura


 

 

Mi rifaccio – e vi rifaccio, ovvio, sono in un blog, cioè in uno spazio virtualmente pubblico – la iniziale domanda: perché una persona spreca risorse, tempo, connessione, elettricità, per scrivere senza remunerazione economica in un blog?

Risposte possibili: 

a) perché ha pochi amici con cui confidarsi;

b) perché vuole avere molti amici, e non nella stessa città o nello stesso Paese;

c) per sfogarsi.

 

Analizziamo il punto c) perché spiega il titolo di questo post.

Cos’è il grado zero della scrittura? E poi, perché scriviamo?

Il grado zero della scrittura è l’urlo, l’imprecazione, il grido di dolore, è uno sfogo primario.

Non è soggetto a nessun tipo di elaborazione psichica.

 

Un esempio classico di grado zero della scrittura sono le scritte sui muri.

Potremmo riporci la domanda iniziale: cosa spinge una persona a scrivere sui muri – rischiando sanzioni economiche e non guadagnando nulla?

È la stessa motivazione che spinge una persona a scrivere un post?

Probabilmente sì, ma scrivere un blog è già un avanzamento verso un gradino superiore al grado zero della scrittura. Implica una rielaborazione psichica ulteriore.

 

Chi scrive allora sui blog?

La maggioranza dei blog sono di natura personale. Fatti quotidiani, chiacchiere, piccole cose. Non voglio dare un giudizio di valore. Intendo solo confermare un fatto che viene registrato dalle maggiori aziende che analizzano il fenomeno del weblog.

I blog di natura specialistica sono una minoranza.

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Lavoro nella grafica/pubblicità/comunicazione e mi piace scrivere. Non poteva non nascere questo blog che parla del rumore nella società dell'informazione. L’importanza di una buona comunicazione unita alla comprensione dei meccanismi stessi della comunicazione può aiutarci a capire meglio la società nella quale viviamo e ad avere uno sguardo più attento e più critico verso quella che, con un ampio alone semantico, definiamo “informazione”. L’intento è di eliminare il rumore di fondo della nostra “società dell’informazione” per avere una visione più chiara e comprensibile di quello che accade ogni giorno nella nostra vita quotidiana. Vedi tutti gli articoli di spotmediapolis

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